Mark Twain (Samuel Langhorne Clemens, 1835-1910) scrive Che cosa è l’uomo? nel 1906, in un periodo caratterizzato da un cupo pessimismo e segnato da lutti famigliari e da sfortunate operazioni economiche. Egli immagina un vecchio e un giovane che discutono dei meriti e delle possibilità dell’uomo.
Dietro al vecchio si nasconde Twain stesso che espone le sue amare riflessioni, il giovane invece rappresenta l’ottimismo e l’entusiasmo che sono quelli della società americana in espansione, convinta del progresso della civiltà e della superiorità dell’uomo rispetto a tutto il creato.
L’uomo, per Twain, è invece una macchina, incapace di agire liberamente, vincolata e costretta dalle situazioni e dalle influenze esterne. Il libro è una divertente e appassionante lettura, in cui gusto del paradosso e lucida consapevolezza rappresentano un significativo antidoto alle presunzioni ottimistiche e ingenue di tanta cultura contemporanea.
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