ABSTRACT
Il saggio analizza l’idea di “naturale” e di “originale” riguardo alla ricezione delle opere shakespeariane nel Sette e nel primo Ottocento. La critica teatrale romantica considerava la questione dell’illusione drammatica in termini di messinscena vs lettura, e di emozione dell’attore vs distacco dal personaggio rappresentato. Così, una teoria della recitazione, che avrà sviluppi successivamente, emerge nei saggi e nelle recensioni di William Hazlitt, Leigh Hunt, e specialmente negli scritti di Charles Lamb.
The essay analyses the notions of “natural” and “original” in relation to the reception of Shakespeare’s plays in the Eighteenth and in the early Nineteenth centuries. Romantic theatrical criticism considered the question of dramatic illusion in terms of staging vs reading, and of the actor’s emotions vs his detachment from the character he is representing. A seminal theory of acting thus emerges in the essays and reviews by William Hazlitt, Leigh Hunt, and especially in the writings of Charles Lamb.
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