Educare lo sguardo all’insolito, all’estraneo, al margine e all’altrove permette di dischiudere l’analisi pedagogica alle zone d’ombra del suo linguaggio e delle sue pratiche. È, infatti, la parola a sancire i significati con i quali guardiamo (e riconosciamo) l’educazione, definendola e rendendola operativa. Sguardo e parola, così, demarcano lo spazio comune di una zona-limite – una soglia – tra un dentro (luogo dell’interiorità e della riflessione personale) e un fuori (luogo dello spazio pubblico, politico-istituzionale).
Il volume tenta l’impresa dell’incontro tra sguardo e parola interrogando l’universo poetico di Paul Valéry, per trovare lì i linguaggi grazie ai quali la discorsività pedagogica, liberata dall’uso strumentale, si può riappropriare della potenzialità che le è propria: quella di dire il non detto.
Parola e sguardo, allora, si fanno pratiche pedagogiche che riguardano sia la ricerca (filosofico-educativa), sia l’operatività scolastica (per l’apprendimento e la relazione educativa).
L’inatteso margine pedagogico
La parola poetica e la riforma dello sguardo in Paul Valéry
Formazione e cultura
Curatore: Gobbi Annachiara
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Collana | |
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Autore | Gobbi Annachiara |
Genere | |
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Anno di Pubblicazione | |
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Dimensioni | 150 mm x 230 mm |
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