ABSTRACT
Il saggio affronta le implicazioni che caratterizzano la natura del libretto dell’Otello di Gioacchino Rossini composto da Luciano Berio marchese di Salsa. Il primo melodramma italiano di argomento shakespeariano, scritto e rappresentato al teatro del Fondo di Napoli nel 1816, attinge sia dall’adattamento francese di François Ducis che da due fonti di ambiente partenopeo che precedono il debutto rossiniano: il libretto di un balletto patomimico ideato da Louis Stanislav Henry (ballerino e coreografo del teatro San Carlo) e l’azione patetica in prosa del barone Giovanni Carlo Cosenza (animatore di un aristocratico salotto letterario ed eclettico uomo di teatro). Lo studio intende percorrere la storia di un’opera costituita da una complessa filigrana di riferimenti culturali, ovvero, una catena di “tradimenti” che tuttavia non pregiudica la forza drammaturgica del testo shakespeariano e restituisce uno spaccato di grande vivacità artistica.
The essay addresses some characterizing implications about the nature of the libretto of Gioacchino Rossini’s Otello, composed by Luciano Berio Marquis of Salsa. The first Italian Shakespearean melodrama, written and performed in 1816 at the Teatro del Fondo in Naples, takes inspiration both from the French adaptation by François Ducis and from two Neapolitan sources that precede the Rossinian debut: the libretto of a pantomimic ballet devised by Louis Stanislav Henry (dancer and choreographer at the San Carlo theater) and the pathetic play of Baron Giovanni Carlo Cosenza (entertainer of an aristocratic literary salon and eclectic theater man). The study aims at tracing the history of a work based on a complex filigree of cultural references, or rather, a chain of “betrayals” which, however, doesn’t prejudice the dramaturgical force of the Shakespearean play and shows a glimpse of great artistic vivacity.
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