L’animale e l’animalità hanno rappresentato per l’uomo l’alterità negativa e, in alcuni casi, il simbolo positivo e desiderato della forza e del coraggio. Che lo si voglia o no, nella storia e nella cultura dell’uomo, l’animale ha avuto un ruolo di grande rilievo, a partire dal mondo antico, dalla cultura greco-latina. Nel corso della II Giornata ghisleriana di Filologia classica, sono state prese in considerazione le rappresentazioni letterarie dell’animale e dell’animalità. I saggi presentati hanno rintracciato il tema del rapporto uomo/animale nei grandi scrittori del passato, in rapporto al presente, in rapporto alle opere di oggi. Il confronto è risultato particolarmente interessante nel confronto con le opere della letteratura fantastica e di avventura, come quelle di Tolkien e di Kipling (Il libro della giungla).
Gli autori dei saggi sono: Jean-Louis Labarrière, Andrea L. Carbone, Fabio Roscalla, Giampiera Raina, Cristiana Franco, Patrizia Pinotti, Ida Mastrorosa, Roberto Pomelli, Pietro Li Causi.
Le “Giornate ghisleriane di filologia classica” si concretizzano in un incontro annuale su tematiche diverse, inerenti lo studio delle lingue e delle letterature classiche nonché la loro storia e tradizione. Lo scopo dell’iniziativa è duplice: anzitutto coinvolgere studiosi di diversa provenienza e formazione per creare un’occasione di confronto contenutistico e metodologico e per fare quindi il punto sul tema allo stato attuale della ricerca; in secondo luogo, favorire l’incontro di questi con i giovani studiosi che, nello spazio di comunicazioni più brevi, apportino il loro contributo alla discussione.
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