“Mi dispiace di non aver mai avuto una biblioteca mia.” Così, tristemente e quasi sottovoce, Salamov chiude questo suo breve testo in cui il gulag quasi scompare, in cui l’angoscia dell’autore trova conforto nella lettura e, attraverso la lettura, egli trova la forza per resistere alle sofferenze e alle persecuzioni. La semplicità espressiva, l’immediatezza della narrazione nasconde la Kolyma, il campo di concentramento. Restano i libri e resta il desiderio di lettura. La vita di Varlam Salamov (1907-1982) è infatti segnata dal gulag, in cui viene rinchiuso a più riprese a partire dal 1929, per la sua opposizione al sistema di potere staliniano. Dalle remote terre della Siberia, dal gulag di Kolyma, “l’Auschwitz di ghiaccio” come è stato definito, ci sono giunti i “Racconti di Kolyma”, l’opera che gli ha dato fama mondiale. In questo testo, Salamov ripercorre i momenti drammatici della sua vita per trasmetterci il suo amore per i libri, per farci capire il valore affettivo e il significato liberatorio che la lettura ha avuto nella sua esistenza.
I libri della mia vita / Tavola di moltiplicazione per giovani poeti Minimalia
Autore: Salamov Varlam
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Collana | |
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Autore | Salamov Varlam |
Curatore | |
Traduttore | Minella Walter, Pasquinelli Anastasia |
Genere | |
Lingua | |
Pagine | |
Anno di Pubblicazione | |
ISBN | |
Note | |
Dimensioni | 110 mm x 170 mm |
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