ABSTRACT
In the last decades of the nineteenth century, an unprecedented amount of coauthored fiction flooded the British literary marketplace. The sharing of textual spaces complicated long-cherished, post-Romantic paradigms of solitary authorship, and triggered a lively debate in the press over the benefits and the limits of writing in double harness. By looking at coeval articles and reviews, this work explores how literary collaboration was represented in the late Victorian imagination, and how the discourse changed over the years, as the popularity of coauthorship increased, reached its peak in the 1890s, and eventually declined at the turn of the century. Also, the present study hopes to shed some light on the impact of coauthorship on the late Victorian understanding of the figure of the author.
Negli ultimi decenni del diciannovesimo secolo fu pubblicato nel Regno Unito un numero senza precedenti di romanzi scritti a quattro mani. L’atto di condividere la pagina letteraria mise in discussione concetti post-romantici di autore come genio solitario profondamente radicati nella coscienza collettiva. Ne seguì un acceso dibattito nella stampa dell’epoca sui benefici e i limiti della scrittura a quattro o più mani. Esaminando articoli e recensioni dell’epoca, questo articolo esplora come la collaborazione letteraria venisse rappresentata nell’immaginario tardo vittoriano, e come il discorso nella stampa cambiò col passare degli anni, da quando questa pratica divenne popolare, raggiunse il suo picco, e infine declinò col nuovo secolo. Verrà inoltre messo in evidenza l’impatto della moda per la collaborazione sulla concezione vittoriana di cosa significasse essere autore.
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