Ugo Fabietti è stato un antropologo e ricercatore di grande statura. I suoi scritti ci hanno formati, entusiasmati e stupiti. Professore di Antropologia culturale all’Università di Milano Bicocca, ci ha lasciati il 7 maggio 2017, all’età di 66 anni.
Con la scomparsa di Fabietti viene meno una delle voci più note e autorevoli di questa disciplina. L’antropologia italiana deve molto alla figura di questo studioso, che ha saputo coniugare la ricerca sul campo (tra i Beduini nomadi del Gran Nefud e poi tra gli agricoltori del Baluchistan) e la ricerca teorica, offrendo contributi innovativi ai temi del nomadismo, dell’identità etnica, della costruzione della memoria, degli aspetti materiali della religione.
Fabietti sarà ricordato, tuttavia, non solo per le sue ricerche personali, ma anche per il grande e impareggiabile contributo che ha offerto all’istituzionalizzazione dell’antropologia mediante la redazione di manuali introduttivi e di storia di questa disciplina, più volte re-editati e aggiornati. Al nome di Ugo Fabietti, che cominciò la sua carriera a Torino per poi spostarsi a Pavia e a Firenze, è legato lo sviluppo dell’antropologia culturale a Milano, in particolare all’Università di Milano Bicocca, di cui è stato uno dei principali promotori fin dalla sua fondazione.