VI. Pagine e figure dell’inatteso
Giancarlo Depretis, L’inatteso. Illusione pareidolitica
Enrica Lisciani-Petrini, La relazione: un dispositivo ontologico. A partire da Merleau-Ponty
Mariagrazia Margarito, Exercices de vertus discursives. Textes expographiques à l’essai
Matteo Milani, Il fascino dell’ignoto nel trattatello De le meravillie del mondo
Gianmarco Pinciroli, L’istante, la sorpresa. Considerazioni sull’inatteso attraverso Jean-Luc Nancy
Giancarlo Depretis, L’inatteso. Illusione pareidolitica
Inseguendo i pensieri generati dagli incontri di un pomeriggio, l’Autore percorre i sentieri tracciati, in maniera inattesa, dalle immagini di cose, persone, paesaggi. Nella realtà del pensato si alternano, così, frammenti cinematografici, poetici, letterari, che richiamano forse il sogno, certamente la memoria.
Il principio di realtà che aleggia nell’articolo come necessaria decifrazione dell’indecifrabile coniuga, nell’architettura del testo, il fluttuare inevitabile tra una visione soggettiva e una visione oggettiva del mondo. E lo specchio magico della creatività vi si riflette, come in L’artefice di José Luis Borges.
In questo senso, la realtà risulta sempre una sfida. Come insegna Herberto Helder, si scrive per il silenzio nel quale l’altro io si predispone a rispondere.
Enrica Lisciani-Petrini, La relazione: un dispositivo ontologico. A partire da Merleau-Ponty
Partendo dalle celebri analisi di Merleau-Ponty, basate sulla ‘figura’ (già usata da Husserl) delle “mani che si toccano”, il saggio intende tornare sulla questione del superamento della dicotomia soggetto-oggetto e, di concerto, evidenziare come il tessuto “intersoggettivo”, ma prim’ancora la “stoffa del mondo”, siano costituiti da plessi relazionali inscindibili. Lo scopo del saggio è di mostrare come questo diverso posizionamento filosofico porti non solo, secondo le parole del filosofo francese, “verso una nuova ontologia”, ma inoltre ad una più difficile etica.
Mariagrazia Margarito, Exercices de vertus discursives. Textes expographiques à l’essai
Evocata e studiata da secoli dalla filosofia, la filosofia morale, la retorica, la sociologia…l’etica discorsiva viene qui osservata nell’ambito delle discipline linguistiche, più precisamente dell’analisi del discorso di scuola francese. Precisiamo che l’ottica linguistica non confonde “discorso morale” (sotteso quindi alla morale) e “valore morale” degli enunciati, contestualizzati, quale che ne sia il contenuto. Esisterebbero allora, nella materialità della lingua dell’enunciato, dei marcatori, dei contesti che rivelerebbero l’etica discorsiva? A livello lessicale si pensa alle bestemmie, diffamazioni, insulti, e loro eventuali ricadute penali, a livello di discorso ai commenti indignati, solidali, irosi, carichi di forte emotività che occupano le reti sociali, i blog, le Lettere al Direttore della stampa. Il corpus di cui si indagano in queste pagine le virtù discorsive sono i testi espografici, quei testi che, sui più vari supporti, introducono, accompagnano le opere esposte nei musei e nelle mostre temporanee, quale che ne sia la specificità (arte, scienza, memoria, fotografia…). Gratuito, pubblico, il testo espografico è un oggetto sociale e proprio perché tale rivela nel suo discorso la presenza – o l’assenza – di virtù quali la veridicità, l’adeguatezza alla realtà, l’esattezza, l’attenzione all’altro, il visitatore.
Matteo Milani, Il fascino dell’ignoto nel trattatello De le meravillie del mondo
Una delle versioni italiane del Secretum secretorum, summa enciclopedica medievale di origine araba per secoli falsamente attribuita ad Aristotele, tramanda in appendice l’inedito trattatello De le meravillie del mondo, a sua volta traduzione di un modello latino De mirabilibus mundi: il testo, che comprende la descrizione dei popoli mostruosi assoggettati da Alessandro Magno, la lista dei ventidue re rinchiusi dietro le porte caspie con le loro popolazioni e un catalogo di altre meraviglie (isole, acque, uomini mostruosi), offre una tangibile testimonianza del fascino suscitato dall’ignoto, sovente esplorato dall’uomo medievale attraverso la chiave conoscitiva del meraviglioso.
Gianmarco Pinciroli, L’istante, la sorpresa. Considerazioni sull’inatteso attraverso Jean-Luc Nancy
Attraverso l’utilizzo di alcune pagine di Jean-Luc Nancy sul tema della Libertà, si cerca di render conto sul piano teoretico della nozione di Inatteso, qui recuperata e ritradotta grazie alle riflessioni dell’autore francese sulla Sorpresa e sull’Istante. A tale scopo, ambedue i concetti sono chiamati a oltrepassare la tradizionale impostazione agostiniana della struttura del Tempo e a ridefinire, grazie ad una nuova nozione di Libertà, la possibilità di una nuova fondazione egologica.
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