ABSTRACT
The early nineteenth century is one of the most decisive periods in the history of modern British and Chinese relations. Interestingly, while representations of remote lands and peoples in Romantic poetry and dramas have long attracted the attention of critics, the accounts of journeys across China and other extra-European countries by non-professional writers have been relatively neglected. It is thus hardly surprising that the numerous accounts produced by the Amherst embassy to China of 1816-1817 are still largely unexplored. In this article I analyse Robert Morrison’s non-fictional travel account of Lord Amherst’s diplomatic mission and show how this narrative had an impact on Romantic ideas, understanding and stereotypes of Self and Other among those who remained at home.
Keywords: Robert Morrison, Lord Amherst’s embassy, China, identity.
L’inizio del diciannovesimo secolo costituisce un momento cruciale nella storia delle relazioni anglo-cinesi di età moderna. Benché le rappresentazioni di terre e popoli lontani nella poesia e testi teatrali britannici di età romantica siano state oggetto di analisi di numerosi studi accademici, le narrazioni dei viaggi attraverso la Cina ed altri territori extraeuropei fornite da scrittori non professionisti sono state alquanto trascurate. Non sorprende, pertanto, che i numerosi resoconti dell’ambasciata in Cina di Lord Amherst (1816-1817) siano ancora in larga misura inesplorati. Focalizzandosi su uno di tali racconti, quello di Robert Morrison, il saggio mostra come esso abbia avuto un impatto sulle idee, comprensione e stereotipi romantici del Sé e dell’Altro tra coloro che erano rimasti in patria.
Parole chiave: Robert Morrison, ambasciata di Lord Amherst, Cina, identità.
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