Sotto il sole accecante della bianca Algeri, Khadija e le sue due figlie vivono nella kasbah dove vendono il loro incanto. Sei giovani marinai in sosta scoprono una città che puzza di “immoralità, dissolutezza e ubriachezza”.
Letterato, ufficiale di marina e grande viaggiatore, Loti, nella sua prosa limpida, ci offre un quadro sensuale e crudele dell’Algeria francese; racconta la storia di sei marinai francesi: tre bretoni che passeggiano oziosi per le strade buie e tre baschi che, con le tre signore della kasbah, scoprono i piaceri dell’Oriente, ma anche i suoi pericoli…
Questo breve racconto, tra una favola e una storia, è una promessa di cambiamento di scenario, di sensualità, persino di erotismo, ma anche di bevute, che a poco a poco ci perdono e ci conducono a un racconto crudele. La novella merita anche per tutte le descrizioni della kasbah, della città, delle sensazioni provate dall’autore in circostanze simili e che conferiscono allo stile di Loti il suo fascino.
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