«Marching off at the Head of the Party»: Janet Schaw’s Journey to Authori(ali)ty in a Colonial Context

Autore: Zonca Marta

 

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1.99

In the eighteenth century, it was uncommon for women to travel without a husband or escort, let alone embark on long voyages to distant destinations. Janet Schaw set herself apart by travelling to the West Indies and North Carolina between 1774 and 1776, not only defying social norms which subjected women to men’s control, but also adopting in her Journal a remarkable literary voice and openly expressing a strong, opinionated personality. Throughout her letters, Schaw redefines her identity as a white Scottish woman and a British subject, as travelling overseas forces her to come to terms with all those traits that contribute to shaping her complex identity. Drawing on Schaw’s experience as recounted in her Journal, this article aims at directing critical attention to her as a yet little-known but significant profile, bringing into greater relief her acts of self-assertion in a predominantly male environment and her idiosyncratic representation of «otherness» – both as perceived in herself and as projected onto other bodies – which she employs to strengthen and legitimize her authorial voice.

Keywords: Janet Schaw; travel writing; imperialism; identity; authori(ali)ty.

Una donna in viaggio da sola, senza accompagnatore né marito, era certamente una rarità nel diciottesimo secolo, ancor più se si considerano viaggi particolarmente lunghi o verso destinazioni lontane. Tra il 1774 e il 1776 Janet Schaw partì verso le isole delle Indie Occidentali e la Carolina del Nord, sfidando le norme sociali che sottomettevano le donne al controllo degli uomini. Il resoconto di viaggio che ne deriva è un documento prezioso e particolarmente degno di nota per la voce letteraria che Schaw adotta nell’esprimere la sua forte personalità e le sue argute e vivaci opinioni. Ripercorrendo le lettere che compongono il suo racconto di viaggio è possibile ricostruire la complessa identità di Schaw e il suo venire a patti con essa, poiché l’esperienza oltreoceano la costringe a interrogarne i molteplici tratti, destreggiandosi tra il suo essere al contempo suddita britannica, scozzese, e donna bianca, non sposata, di famiglia benestante. Partendo dall’esperienza di Schaw come riportata nel suo Journal, questo articolo si propone di riscoprire una figura ancora poco conosciuta ma significativa per la sua epoca, evidenziando i suoi anticipatori atti di autoaffermazione in un ambiente prevalentemente maschile, nonché la sua rappresentazione dell’«alterità» – sia come percepita in sé stessa sia come proiettata su altri corpi – che utilizza per rafforzare e legittimare la sua voce di autrice.

Parole chiave: Janet Schaw; letteratura di viaggio; identità; imperialismo; autorialità.

Collana

Anno di Pubblicazione

Dimensioni

170 mm x 240 mm

AutoriVari

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