“Non c’è altro di buono nella vita. Muoversi di continuo verso l’altrove, verso la cosa nuova. È la mania di tutti i tormentati e di tutti gli scontenti: uscire di se stessi.”
Un tripudio di suoni, colori, profumi… L’autore è travolto dal fascino esotico di un paese dove vita quotidiana e fede religiosa s’intrecciano indissolubilmente. Nel febbraio del 1912 Gozzano parte in nave da Genova per un viaggio in India, che lo porterà a visitare la città di Bombay e l’isola di Ceylon. Un itinerario breve, ma un’esperienza centrale che si riverbererà su tutta la sua produzione letteraria. Partito per motivi terapeutici (guarire dalla tubercolosi), il viaggio si trasforma in un pellegrinaggio alla “culla del mondo”. Un po’ diario di viaggio, raccolta di impressioni, ricordi, meditazioni, invenzioni letterarie, dal quale emerge un’India da favola. Le emozioni dell’autore emergono tutte e contrastano tra loro in un testo di prosa denso di poesia: nostalgia, rifiuto, aspirazione, delusione e richiamo…
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